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Non basta leggere per imparare! Occorre comprendere per apprendere … e non solo.


Basta leggere per imparare? Cosa c’è alla base della non comprensione di un testo?
Molti pensano che basti leggere delle pagine di un libro per imparare, come se leggere un testo potesse da solo aiutarci a capire e conoscere nuove cose. Gli studiosi affermano che leggere per apprendere è possibile solo se si accede alla comprensione del testo scritto: solo così, infatti, si riesce a sviluppare la capacità di immagazzinare il contenuto di quanto si è letto. Essere in grado di capire quello che si legge è dunque un’abilità di base, indispensabile per apprendere e per raggiungere gli obiettivi scolastici prefissati. Ma non basta!  Fondamentale per imparare, e soprattutto per memorizzare ciò che si è appreso, è anche l’esperienza pratica, plurisensoriale: ce lo spiega bene il “cono dell’apprendimento di Edgar Dale”. Il solo leggere non porta a grandi e duraturi risultati. Se a ciò aggiungiamo che spesso molti studenti non capiscono nemmeno bene ciò che leggono, ma cercano di memorizzare ugualmente le pagine della disciplina da studiare per la verifica e per l’interrogazione del giorno dopo,  allora dobbiamo chiederci: come possiamo aiutare i nostri alunni a capire e a memorizzare un testo?

Già nel 2010 il  Rapporto UE affermava che un ragazzo su due non fosse in grado di capire quello che leggeva. Oggi, sempre più frequentemente ci troviamo di fronte ad alunni che leggono in maniera sufficientemente chiara e fluida, ma … non capiscono!

Comprendere un testo significa qualcosa di più di una semplice decodifica delle parole e delle singole frasi, in quanto implica la capacità di costruire una rappresentazione mentale del contenuto di uno scritto, formato da molte parole, organizzate secondo regole grammaticali e sintattiche, che consentono di creare frasi collegate tra loro. E se insieme alle parole ci sono anche le immagine e/o il sonoro … ecco che, oltre a comprendere meglio, ricorderemo anche più a lungo.

La comprensione mette in gioco diversi processi cognitivi, indispensabili sia per interpretare autonomamente  il testo sia per affrontare testi cognitivamente impegnativi. Processi che  implicano la  capacità di interrogare il testo, di fare previsioni, di fare inferenze e opportuni collegamenti: dalla lettura alla concettualizzazione, dall’integrazione delle informazioni con le conoscenze pregresse … alla loro conservazione in memoria.

In questi ultimi anni, però, il focus dell’apprendimento della lettura si è spostato dal semplice processo della decodifica ad un processo ben più articolato che prende il nome di reading literacy. Gli esperti concordano nel definire reading literacy l’attitudine complessiva a capire, utilizzare e riflettere sulle forme della lingua scritta per una piena realizzazione personale e sociale. Una modalità di lettura, quindi, ben più complessa di quella funzionale, che comprende aspetti cognitivi (ad es. la decodifica delle parole e la comprensione del testo) e aspetti che hanno a che fare con la motivazione e con il coinvolgimento individuale.  Saper comprendere significa avere la possibilità di accedere alle proprie risorse intellettive per capire cosa è richiesto fare, in base al contesto, alle proprie competenze specifiche ed a ciò che è richiesto dall’ambiente in quel preciso momento. Ma, soprattutto, il processo di comprensione deve anche poter funzionare sia quando sono presenti intense emozioni sia quando si percepiscono insicurezze rispetto alle proprie capacità e/o ci si ritiene impacciati. In questo caso la difficoltà può essere ricondotta ad interferenze emotive, che ostacolano le capacità di comprensione.

Dal confronto tra i dati delle prove di comprensione della lettura, emersi negli studi IEA PIRLS e dall’INVALSI, risulta condivisa l’idea che sia importante far entrare gli studenti a contatto di più tipologie testuali. Poiché l’importanza attribuita alla lettura continua a rivestire un ruolo centrale nelle nostre scuole rispetto alle altre abilità linguistiche, sembra utile almeno  insegnare agli studenti a cogliere significati da testi di vario tipo, dalle varie  “immagini guida” di cui i nostri libri di testo sono sempre più ricchi, dai concetti chiave sottolineati, dalle domande  in apertura di capitolo che anticipano i contenuti della narrazione sollecitando la curiosità degli allievi … insomma da tutti i vari indici testuali o paratestuali ormai sempre più utilizzati nei testi . Le figure, le immagini, le varie mappe … possono essere anche un importante espediente mnemotecnico, una strategia a cui tutti gli alunni (anche quelli con bisogni educativi speciali) possono ricorrere per rendere più duraturo un ricordo altrimenti destinato a un rapido oblio.

Articolo a cura di M.E. Bianchi / V. Rossi/ B. Urdanch

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