DSA: rispetto e applicazione della 170
Per dare una risposta e per avere un quadro della situazione, nel mese di aprile, AID ha lanciato un sondaggio rivolto a famiglie, ragazzi e docenti, tramite compilazione di un questionario.
“I primi a segnalare il mancato o parziale rispetto della normativa, secondo l’AID, sono i genitori, che spesso riportano la loro grave difficoltà per il mancato rispetto del piano didattico personalizzato dei propri figli, raccontando le loro fatiche all’help line nazionale e all’help line delle sezioni provinciali. Le famiglie temono anche che vi sia stato un significativo passo indietro nell’applicazione della legge, anche forse a causa degli infelici effetti della pandemia”.
Il sondaggio qualitativo, non scientifico, proposto da AID con l’obiettivo di fotografare le percezioni che i diversi stakeholders hanno dell’applicazione della legge. Il campione numeroso lo rende una rilevazione di particolare interesse; i risultati dei questionari, secondo AID, confermano che c’è ancora molto cammino da fare sulla strada dell’inclusione. In conclusione si è creato un vero paradosso secondo le parole di Andrea Novelli presidente dell’AID che afferma “che ormai si hanno meno problemi nelle aziende, dove gli strumenti compensativi per i lavoratori con Dsa, sono stati introdotti più recentemente, con la legge 25 del 2022.
Innanzitutto, dobbiamo ripetere che i Dsa non sono una moda. Anzi, in Italia rappresentano il 5% della popolazione studentesca, mentre in altri Paesi arrivano anche al 15%.
In secondo luogo, gli strumenti compensativi non vengono in aiuto soltanto ai ragazzi con Dsa ma possono essere utili a tutta la classe. Terzo: è una questione di equità. Cioè, dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno. E, invece, abbiamo ancora tanti studenti ai quali gli insegnanti assegnano voti inferiori di quelli che meriterebbero perché, nelle verifiche, utilizzano gli strumenti compensativi. Non è giusto» (Fonte AID).