"Star bene a scuola" ... in ottica inclusiva!
Numerosi sono gli studi che evidenziano come un clima classe positivo sia un fattore fondamentale sia per l’insegnamento sia per l’apprendimento.
Di cosa abbiamo bisogno, docenti e discenti, per stare bene a scuola? Quali contesti educativi e di ricerca offriamo ai nostri studenti? Come possiamo fare perché ciascuno riesca a valorizzare il proprio potenziale e ad acquisire i saperi necessari per realizzare il proprio progetto di vita?
Rispondere a queste domande ci permetterebbe di mettere in atto processi di apprendimento/insegnamento che possono passare anche attraverso il piacere di stare bene a scuola, insieme. Ma, per far sì che la scuola possa trasformarsi da sistema isolato suddiviso in discipline (spesso diventate serbatoi di nozioni inermi) ad un sistema aperto di ricerca, comunicazione, sviluppo, …occorre lavorare insieme: essere una squadra, misurarsi sulle didattiche. Puntare non solo sulle conoscenze, ma anche su abilità e competenze.
Il gruppo classe deve essere inteso come gruppo di apprendimento in cui gli aspetti relazionali vanno adeguatamente gestiti, in quanto la relazione è un elemento fondamentale, che veicola e stimola gli apprendimenti. La qualità del contesto classe risulta, infatti, essere condizionata proprio dalle caratteristiche individuali di studenti e insegnanti, dalle loro percezioni nonché dagli elementi distintivi della scuola (politica scolastica e spazi).
Anche il gruppo docenti deve lavorare insieme: confrontarsi sulle diverse didattiche, sulla verifica dei progetti educativo/didattici; mettere anche a frutto esperienze pregresse. Deve avere idee nuove, rilanciando ciò che è stato fatto con successo e abbandonando ciò che non ha funzionato. Anche qui non occorrono solo conoscenze, ma anche abilità e competenze.
L’apprendimento cooperativo, che dà ottimi risultati, fa riferimento ad un metodo educativo attraverso il quale gli studenti, a vari livelli di prestazione, lavorano insieme verso un obiettivo comune. Oggi, poi, attraverso internet, studenti e docenti possono impegnarsi in attività insieme ad altri studenti lontani, nello stesso paese o in altri paesi; costruire la propria conoscenza in una dimensione non più locale ma virtualmente planetaria e scoprire che certi problemi possono essere risolti meglio lavorando insieme.
È un cambiamento antropologico, più che didattico! Che coinvolge tutti, nessuno escluso, nel progettare e realizzare una didattica ordinaria aperta, inclusiva per tutta la classe, che parte dal concetto che ogni studente ha un dinamismo positivo nei confronti della realtà.
Insomma: per star tutti bene, in una scuola inclusiva, occorre recuperare i cardini di un patto formativo e di corresponsabilità educativa da ricostruire e sviluppare insieme!
Articolo a cura di Enrica Maria Bianchi, Viviana Rossi, Barbara Urdanch