Tecnologia, pensiero computazionale e coding
Il pensiero computazionale è indipendente dall’uso delle tecnologie. Infatti, non si tratta di ridurre il pensiero umano, creativo e fantasioso, alle modalità “meccaniche e ripetitive” di un computer , ma di far capire all’uomo quali sono le reali potenzialità del proprio “cervello” che possono essere esplicitate anche attraverso degli strumenti informatici. È compito degli adulti, docenti e genitori, adoperarsi perché la tecnologia non renda il bambino un utente passivo, ma che sia un aiuto in più a diventare un soggetto attivo e partecipe. Con il coding (termine inglese usato per programmazione informatica) imparare può diventare divertente.
Il coding può essere realizzato con strumenti di programmazione visuale, sviluppati a scopo didattico e ludico, che offrono la possibilità di sperimentare immediatamente l’effetto delle istruzioni a blocchi composte sullo schermo; di risolvere schemi di gioco impartendo istruzioni ad un personaggio o di scrivere veri e propri programmi.
Il coding, previsto dal Piano Nazionale Scuola Digitale (in risposta alla legge 107/2015), deve essere introdotto a scuola come attività trasversale perché è trasversale la competenza che consente di sviluppare. Si può quindi parlare del coding come una attività utile a sviluppare e valutare competenze.
È importante, però, distinguere le attività di informatica dal coding: infatti le prime richiedono insegnanti formati e con competenze informatiche specifiche, mentre l’adozione del coding come approccio metodologico può essere affidata agli insegnanti di qualsiasi disciplina, chiamati a lavorare e a riflettere con i propri studenti su come contestualizzare e applicare il coding anche in un’ottica interdisciplinare. Non si tratterà quindi di programmare l’ora di coding, ma di utilizzare le modalità che lo contraddistinguono per esemplificare concetti, per descrivere attività e procedure e per concettualizzare procedimenti e soluzioni. In questo modo il pensiero computazionale sarà sganciato dagli ambiti tecnici per entrare a pieno diritto nell’attività didattica di più discipline.
Il coding nella didattica può essere considerato come uno strumento che facilita la comprensione dei contenuti e permette processi di acquisizione informale. Il coding non può essere proposto dall’alto dai docenti: esso va condiviso con gli studenti, sperimentato attivamente con loro … e non progettato e pensato per loro.
Il compito dell’insegnante è di non offrire alla classe una soluzione, ma un problema giusto e reale a cui applicare il coding. Si impara, quindi, facendo, in un’ottica interdisciplinare, dove ci si può permettere di mescolare la creatività e la fantasia con la logica e la matematica.
Articolo di Maria Enrica Bianchi e Viviana Rossi