Le tecnologie digitali possono aiutare a raggiungere uno stato di benessere all’interno dell’istituzione scolastica?
Probabilmente non c’è una risposta univoca a questa domanda, anche perché non esistono ancora precise evidenze scientifiche cui far riferimento.
In un momento storico in cui le tecnologie digitali sono presenti in modo dominante nelle nostre vite professionali e private, non possiamo pensare che la scuola possa chiamarsi fuori da queste logiche e cercare di mettere un freno alla diffusione e all’utilizzo delle tecnologie digitali.
Ma, nello stesso tempo, non dobbiamo sottovalutare i pericoli che un uso non responsabile può causare. È giusto quindi porsi mille interrogativi: Il digitale farà male? Ci sarà un limite? Ci saranno conseguenze? Sarà veramente efficiente?
Non abbiamo risposte precise a queste domande. Per il digitale siamo ancora alla fase 0.1. Dobbiamo studiare, capire, sperimentare. Sbagliare e ricominciare.
Lo stare bene a scuola può essere perseguito attraverso tanti modi, e il digitale può avere un ruolo dominante in questo processo, ma, se applicato con strategie superficiali, può essere percepito come un intralcio e addirittura un pericolo. Non serve il digitale, serve ciò che il digitale può fare per rendere migliore la nostra esperienza di vita.
Serve un’ adeguata alfabetizzazione digitale/emotivo/affettiva e non, come spesso si sente affermare, una semplice alfabetizzazione informatica.